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    Location


    A pochi passi da Cannigione e vicina a Olbia (28 km), si trova in un punto strategico, in pochi minuti si può raggiungere Palau, Porto Cervo e Baja Sardinia.
    Una delle spiagge più belle della Gallura ma anche una delle più estese della Costa Smeralda, con un arenile sabbioso di circa un chilometro.
    È chiamata da sempre Barca Bruciata anche se il suo vero nome è Mannena.
    Spaziosa, attrezzata e apprezzata soprattutto da un’utenza giovane, è perfetta per ospitare Boutique del Mar e i suoi servizi,
    una struttura esclusiva che fa da contrasto alla natura selvaggia e granitica che la circonda.

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    Boutique del Mar
    07021 Arzachena (SS)




    To See & To Do


    To Visit


    Cannigione fa parte del Comune di Arzachena, è una piccola frazione di meno di 1000 abitanti, che specialmente durante il periodo estivo vedono moltiplicare le presenze grazie al turismo.
    Tra Cannigione e Palau, lungo la costa si trovano meravigliose spiagge di sabbia chiara e sottile, con acque cristalline, circondate da graniti colorati e da una macchia mediterranea selvaggia e rigogliosa. Immediatamente adiacenti al piccolo borgo marinaro di Cannigione si trovano la spiaggia Cannigione e la Conia; la prima è poco distante dal porto, la seconda poco più a nord. Muovendosi verso Palau, infatti, si possono trovare altre bellissime cale come Tanca Manna, Mannena (conosciuta anche come “Barca Bruciata”) e Li Capanni, più prossime alla famosa Roccia dell’Orso. Queste spiagge hanno in comune il fatto di essere per lo più libere, con pochi lidi attrezzati, e pertanto tanto selvagge da apparire a tratti dimenticate dall’uomo. Per le caratteristiche della sabbia, queste spiagge sono molto adatte ai bambini e sono destinazioni sicuramente consigliabili per le famiglie.
    Altre località vicine sono famose per hotel e villaggi a cinque stelle, che fanno della mondanità il loro punto forte. Il piccolo porto, rinnovato da pochi anni, risulta aggraziato ed accogliente, animandosi alla sera con mercatini e locali all’aperto. Durante l’estate non mancano le iniziative rivolte ai più piccoli, con giostre, giochi gonfiabili e parchi a tema.
    Uno dei motivi per i quali Cannigione sia un’ottima soluzione per le vacanze, è la posizione strategica nei confronti di altre località altrettanto belle e rinomate, come Palau e Santa Teresa di Gallura andando verso nord/nord-ovest e Porto Cervo verso est. Come già indicato, la vicinanza a queste località si traduce in una vasta scelta di spiagge tra le quali scegliere di giorno in giorno, così da avere l’impressione di trovarsi ogni volta in un luogo di villeggiatura diverso. Ampia è anche la scelta per la movida della sera, tra locali notturni e ristoranti sul mare che propongono una variegata offerta turistica a single, coppie e famiglie con bambini. Su tutto questo tratto di costa, sono diverse le proposte legate alle escursioni in barca, che danno modo di avvicinarsi anche alla costa della Corsica oltre che di La Maddalena, dell’Isola di Santo Stefano e Caprera. La gita in barca è un modo unico per godere della costiera da una prospettiva diversa.
    Per gli amanti dello snorkeling, il mare della Sardegna è una vera fonte di tesori nascosti: la flora e la fauna ittica della zona sono garanzia di un’esperienza da ricordare. In questi mari sono frequenti gli avvistamenti di tartarughe marine, aragoste e cernie dalle grosse dimensioni.


    Visitare il sito archeologico di La Prisgiona corrisponde ad un salto in un passato lontanissimo, alla scoperta di un maestoso monumento, databile al 1400-1000 a.C, immerso nel cuore delle campagne di Arzachena. Il “gigante di pietra” e il suo villaggio riscrive a poco a poco l’età nuragica, svelando i misteri che la avvolgono.
    Dimensioni, architettura e posizione suggeriscono il ruolo di rilievo del sito, un unicum in Gallura, tra i più affascinanti della Sardegna che vanta più di 7000 nuraghi. Quello di La Prisgiona fu riferimento per un vasto territorio, una sorta di metropoli di quei tempi, formata da fortezza, enorme villaggio e monumento funerario.
    La vita del complesso, sorto su una precedente struttura “a corridoio”, abbraccia un lungo arco temporale fino ad una breve frequentazione a fine età romana (IV-V d.C.).
    La Prisgiona è considerata la perla archeologica di Arzachena, posta su un rilievo granitico che domina la valle di Capichera, a dieci minuti dalla cittadina e a pochi chilometri da spiagge della Costa Smeralda. Uno spettacolare panorama di colline ornate da vigneti di vermentino fa da sfondo al nuraghe, composto da una torre centrale (mastio) e due laterali raccordate da un bastione curvilineo. Alla base, blocchi appena sbozzati e disposti irregolarmente, mentre man mano che si sale i conci diventano più lavorati, i filari ordinati. La sua maestosità è descritta dall’architrave d’ingresso, lungo tre metri e pesante sette tonnellate. L’andito conduce a destra a una nicchia, a sinistra alla scala per il primo piano e al centro a una camera circolare, alta quasi sette metri, provvista di tre nicchiette e coperta a tholos (falsa cupola).
    Una possente cortina muraria circonda la torre centrale e ingloba le due laterali. Le due muraglie delimitano un ampio cortile. Al centro un pozzo, che garantiva l’approvvigionamento idrico del complesso. Profondo sette metri e tuttora funzionante.
    Accanto, nel Bronzo finale, sorse la “capanna delle riunioni”, dotata di panchina ad anello su cui sedevano le personalità più influenti della comunità. Oltre a ciotole e lucerna, vi è stata rinvenuta una brocca alta mezzo metro, di forma inconsueta e decorazioni inedite, usata con ogni probabilità per distillare e somministrare una bevanda speciale, destinata ai partecipanti a raduni politici e rituali religiosi.
    Nel pozzo sono stati rinvenuti numerosi e preziosi reperti ceramici, che disegnano quadri di vita quotidiana: tegami, ampolle, tazze, fornelli e strumenti per la filatura. Le brocche usate nella capanna assembleare hanno contenuto anche vino, a conferma che, come rinvenuto anche in altri siti nuragici sull’isola, la viticoltura era realtà in Sardegna già oltre tremila anni fa. All’esterno del muraglione lunghi viottoli lastricati che separano le quasi cento capanne del villaggio, distribuite in piccoli isolati e in gran parte ancora da scoprire. L’estensione del villaggio è di cinque ettari e questo, insieme alle varianti architettoniche, fa presupporre che sia cresciuto e cambiato più volte. Scavi e reperti testimoniano che fosse abitato da una comunità dominante sul territorio, organizzata e dinamica, che intesseva rapporti con villaggi vicini e commerciava manufatti fabbricati su larga scala con altri popoli del Mediterraneo.
    Recenti indagini hanno evidenziato una specializzazione delle attività produttive: alcune capanne erano destinate alla lavorazione e conservazione di alimenti, come pane e cereali, altre ad attività artigianali, specialmente la lavorazione della ceramica, come testimonia un intero isolato che si è rivelato un vero e proprio laboratorio con forno e utensili. Ad un chilometro dal villaggio si trova il “Sentiero dei Giganti” che porta alla tomba di Coddu Vecchju, sepoltura del Bronzo antico (XIX-XVII a.C.) con una stele granitica centinata, decorata a cornice, alta ben quattro metri.


    La Roccia dell’Orso è un monumento naturale visitato da migliaia di escursionisti che svetta su un rialzo granitico, a oltre 120 metri di altezza, e “veglia” sul vicino abitato di Palau, rinomata località turistica incastonata in un’insenatura della Gallura settentrionale, vicina alla Costa Smeralda. Dal paese dista poco più di cinque chilometri ed è raggiungibile attraverso un sentiero panoramico di mezzo chilometro, che parte del forte di Capo d’Orso, una delle tante fortificazioni militari ottocentesche di Palau, tra cui le batterie di Monte Altura e di Talmone.
    In cima al promontorio si domina l’intero Parco dell’Arcipelago, al quale è associata anche l’area attorno all’opera d’arte della natura, una delle formazioni rocciose più particolari d’Italia. La roccia granitica, “scolpita” nel corso di milioni di anni dagli agenti atmosferici, si presenta levigata, quasi scavata in superficie, con un caratteristico colore giallo-rosato.
    Il promontorium arcti, ovvero il promontorio dell’orso, è noto da tempi lontani. La leggenda narra che gli antichi marinai ci videro la sagoma di un orso: da allora ha mantenuto inalterato il nome. La prima attestazione storica è del geografo greco Tolomeo (II secolo d.C.), che oltre a darne le coordinate, racconta anche della paura che incuteva ai naviganti perché in grado di attirare le navi “come una grande calamita”. Non a caso, nel tratto di mare di fronte, sono stati rinvenuti relitti di navi onerarie di varie epoche, a conferma anche di un intenso traffico commerciale da queste parti. Da sempre la roccia ha rappresentato un punto di riferimento, ben visibile dal mare e citato nei portolani, per i naviganti che si avventuravano a largo delle coste galluresi verso le turbolente Bocche di Bonifacio.
    Il territorio di Capo d’Orso è interessante anche dal punto di vista archeologico per alcune tombe in tafone e per un’industria litica del Neolitico. Il nuraghe Luchìa e le tombe di Giganti di Li Mizzani sono gli altri siti popolari nel territorio di Palau, la cui vita ruota intorno a turismo e porto, importante punto di partenza per le escursioni nel parco. Da un’estremità all’altra della sua costa si alternano promontori granitici e tratti sabbiosi, come La Sciumara, ovvero foce in gallurese, e il suggestivo litorale dall’atmosfera nordica di Porto Faro. Vicino al porto ci sono L’Isolotto, caletta di fine sabbia bianca, e Palau Vecchio, spiaggia delimitata da una pineta, dove si trova la fermata del Trenino Verde che da qui parte verso la Gallura più profonda. Proseguendo verso ovest, di fronte all’isola di Santo Stefano, il villaggio di Porto Rafael svela il lato esclusivo e lussuoso della zona, fino alle celebri isole dell’Arcipelago di La Maddalena.


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